Spirito e psiche /2

Unità duale del composto umano

Non perdersi nel mare di parole dette e scritte per definire o descrivere l’essere umano è la premessa per cercare di conoscere e delineare la complessità della creatura umana. Non si tratta di cercare un modello teorico che sia nuovo o che sia maggiormente accettato da tutti, né si tratta di appagare l’intelletto su ciò che resta mistero mai conosciuto appieno e mai compreso dall’uomo stesso. L’umiltà di riconoscere che non siamo i primi ad indagare la natura umana, fa rivolgere il nostro sguardo alla sapienza sull’uomo scritta nei testi dei Padri della Chiesa, dei Santi e dei mistici Dottori della Chiesa. La questione antropologica, nella sua vasta panoramica, veniva svelata attraverso l’esperienza della vita di fede e secondariamente tematizzata nel processo di inculturazione con il mondo pagano e la filosofia dei greci. Senza eccessive semplificazioni, i Padri e i Dottori della Chiesa, da sant’Agostino a san Tommaso d’Aquino, da sant’Evagrio Pontico a san Giovanni della Croce, con linguaggi e in contesti differenti, hanno avuto convergenze recepite ancora oggi dal Magistero della Chiesa e da quella che possiamo chiamare i principi dell’antropologia cristiana. In primo luogo, l’esistenza dell’anima e questa unita al corpo è sempre stata affermata; secondariamente si dichiara acquisito il primato dell’anima sul corpo in attesa della risurrezione, utilizzando categorie prese in prestito dalla filosofia greca per affermare l’unità anima-corpo (sinolo: sintesi di materia e forma), fino all’attuale visione olistica dell’uomo in uso nelle psicologie; l’esistenza dell’anima e l’unione con il corpo è un punto fermo dell’antropologia cristiana che solo nell’età moderna è stato messo in discussione con l’affermazione del biologico sullo psichico e delle emozioni e pulsioni sulla dimensione più propriamente spirituale. Una questione di fondo è l’ambiguità semantica del termine psiché o anima; nell’uso tradizionale l’anima è di natura spirituale e le sue facoltà, intelletto, volontà e memoria sono unite al corpo; ma oggi per «psiche» intendiamo non l’anima come è intesa filosoficamente, bensì le sue facoltà (intelletto, sentimenti, memoria, volontà, ecc.) nella loro dimensione relazionale intrapsichica o sistemica. Anche per questo si rende necessario distinguere la natura spirituale dell’uomo dalla natura psichica. La dimensione psichica non coincide con la dimensione spirituale dell’uomo; sebbene i modelli laici di pensiero occidentale, in molti casi, si irrigidiscano nell’affermare che la natura animale dell’uomo si distingue dagli animali solamente per una più complessa dimensione psichica o per una struttura biologica più evoluta, la maggior parte degli esseri umani cerca il senso del suo essere uomo in dimensioni che superano il biologico e lo psichico. Questo avviene nel senso religioso insito nelle culture dell’India e dell’Indocina, nel mondo islamico e nel mondo cristiano in senso ampio, nelle culture occidentali cosiddette «evolute»  che riscoprono la magia, l’esoterismo, la superstizione, e ancora nell’animismo dei popoli africani e dei culti afro-brasiliani, nel culto dei morti in Cina. Certo, tutto può essere interpretato da un’unica lente focale (quella dell’occidentale evoluto e del mondo degli altri in evoluzione verso chi è evoluto), ma sembra più improbabile e irrazionale affermare l’assenza dell’anima nell’uomo che constatarne l’evidenza. Da questo ragionevole dubbio, che l’anima esista davvero nella sua dimensione spirituale, passiamo ad affermare che l’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio ha una sua natura spirituale che lo rende capace di relazionarsi con Dio, di rinnovare il rapporto con i suoi simili e di vivificare la sua dimensione personale più profonda. Lo Spirito Santo, rivelato in Cristo dall’amore del Padre, è quel raggio di luce che ci permette di conoscere la natura spirituale dell’uomo creato. In breve, nel contesto multidisciplinare contemporaneo, la dimensione psichica dell’uomo va distinta dalla dimensione spirituale per comprenderne meglio tutte le dinamiche e non scivolare in facili riduzionismi e approcci pseudo-scientifici anche in seno alle psicologie.

Lascia un commento