Discernere spirito da psiche

Una questione non marginale è quella chiarire la distinzione della dimensione spirituale dalla dimensione psichica dell’uomo. Partiamo dalla Parola di Dio che attualizza e realizza il tema proposto:

Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v’è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto.” (Eb 4,12-13)

Sembrerebbe che la dimensione profonda dello spirito vada oltre le facoltà dell’anima, per usare una categoria tomista classica. Nessuna creatura può nascondersi dalla potenza viva e vivificante della parola di Dio che “penetra fino al punto di divisione” della psiche dallo spirito. La Parola va al di là della categoria psicologica di conscio e inconscio; siamo nudi ai suoi occhi o dobbiamo renderne conto nello spirito, nella risposta che diamo alla Parola nei “pensieri del cuore”, nel “midollo” spirituale di noi stessi.

Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno.” (1Cor2,10-15)

In cosa consiste la dimensione spirituale dell’uomo? Non è certamente ciò che comunemente molti, confondendo “nous” con “pneuma”, affermano: l’uomo spirituale è l’uomo intellettuale. La dimensione spirituale dell’uomo va cercata nella relazione con lo Spirito di Dio. Non è la sapienza umana ma lo Spirito di Dio che genera nell’uomo una conoscenza spirituale di “cose” spirituali. L’uomo spirituale discerne le “cose” spirituali” che la psiche non è capace di intendere e giudica come pazzia.

2 risposte a “Discernere spirito da psiche”

  1. L’utilizzo del concetto di persona in alternativa all’approccio tradizionale di anima/corpo deve chiarire cosa intende per spiritualità. Se non si precisa che “cosa è” la dimensione spirituale si genera una ambiguità. Se siamo d’accordo a non ridurre la dimensione spiritulale alla dimensione intellettiva, dobbiamo affermare che la dimensione relazionale (la persona umana si relazione con sè stessa, con gli altri, con Dio) non dice sufficentemente ciò che è spirito. Occorre “purificare” o correggere l’uso del termine persona per “definire” l’essere umano, per evitare di ridurre tutto alla dimensione psichica-relazionale (rapporto con se stesso, con gli altri, con Dio).

  2. Il concetto di “spirito”
    Nel linguaggio moderno il termine “spirito” ha assunto un significato molto vasto, anzi, potremmo dire che ha assunto diversi significati, fino ad indicare la creatività umana (il suo estro, la sua genialità), o anche l’espressione visibile della sua interiorità. Questa attribuzione di significato è stata favorita dall’approccio fenomenologico alla realtà e all’uomo, che si differenzia, ad esempio, dall’approccio ontologico, nel quale “spirito” è riferito all’essere (alla sua natura) ed è contrapposto a “materia”. Spirituale nell’uomo è la natura dell’anima, che insieme al corpo (principio di natura materiale) forma un’unità sostanziale. In questa linea alcuni filosofi di area personalista parlano di “spirito” (dell’uomo) in riferimento a ciò che nell’anima è tipico dell’uomo e lo distingue dagli altri esseri animati, ovvero la sua capacità di conoscere il bene e il male e di agire in conformità al giudizio di coscienza (cf. K. Woytjla, Persona e atto).
    In teologia e nel linguaggio della spiritualità cristiana (specialmente quella cattolica ed ortodossa), il termine “spirito/spirituale”, anche se applicato all’uomo, fa senza dubbio riferimento allo Spirito Santo e alla sua azione/opera nell’uomo, non solo nell’intimo della sua anima, ma anche nel corpo (ad es. la risurrezione del Signore, l’Assunzione di Maria in cielo in anima e corpo e la “spiritualizzazione” dei corpi che avverrà alla fine dei tempi). Per questo non si può interpretare il termine “spirito” in senso riduttivo, come frutto della “psiche”, cioè frutto dell’azione/opera della “mente” umana; questo renderebbe incomprensibile l’ordinaria vita cristiana, vita di unione a Dio nello Spirito Santo, impedirebbe di comprendere l’esperienza mistica, che molti santi hanno vissuto nel loro incontro con Dio, e soprattutto impedirebbe di riconoscere l’azione di Dio nelle anime per dirigerle all’unione trasformante.

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