Dalla “teofobia del diavolo” alla demonologia cristologica 4/5

 4kasper/ La permanente attualità delle testimonianze bibliche

Rispetto al problema dell’origine del male le testimonianze della Sacra Scrittura offrono un quadro variegato. Si parla del peccato personale dell’uomo, del potere del peccato sull’umanità (vedi peccato originale), dei principati e potestà del male.

“La credenza nel diavolo e demoni non presenta alcunché di specificatamente biblico; essa è una componente della visione del mondo che la Bibbia condivide con il proprio ambiente, una concezione del mondo che potremmo senz’altro qualificare come di tipo mitologico. […] Di conseguenza la Scrittura non conosce nessuna demonologia sistematizzata ma soltanto delle tradizioni fra loro estremamente differenti… Soprattutto il motivo della caduta degli angeli, osservato alla luce della storia delle forme, si rivela come una leggenda che troviamo soltanto nella letteratura intratestamentaria e che nel Nuovo Testamento è stata registrata solo ai margini.”

L’autore a questo punto si chiede se gli enunciati su gli angeli e sul  diavolo esigano una demitizzazione che li interpreti come un «rivestimento immaginifico» di contenuti teologici. Prima di abbozzare una risposta a titolo di premessa afferma:

“In ogni caso oggi non possiamo più sostenere la concezione teologica tradizionale del diavolo che si limitava semplicemente a citare, secondo il vecchio metodo fondamentalistico delle concordanze, tutte una serie di passi biblici e dichiarazioni magisteriali sul diavolo, senza analizzare il genere letterario, il contesto storico-religioso e l’intenzione assertiva di questi testi”[1].

La demitizzazione attraverso l’ermeneutica Leggi tutto “Dalla “teofobia del diavolo” alla demonologia cristologica 4/5”

Un diavolo per capello o un cappello per il diavolo?

Un diavolo per capello non è meglio che un cappello per nascondere il diavolo

 

Per chi vede il diavolo d’ovunque si può dire che ha davvero un diavolo per capello nella sua testa; altri, rasati a zero, sperano che i capelli non esistano e per sicurezza si mettono il cappello, preso in prestito dalla filosofia, per nascondere un eventuale insorgere del problema. Talvolta il demonio sembra un “animale protetto” di cui non si può parlare per una sorta di demono-fobia, altre volte a forza di parlarne, per paura e convenienza, ci si vuole convincere che siamo in balia dei demoni e non siamo liberi e responsabili dei nostri atti moralmente cattivi: la colpa è del diavolo.

 

Chi crede, da cattolico, all’esistenza di ciò che la Chiesa Cattolica definisce per “demonio” tende a vederlo ovunque quando non distingue la responsabilità morale degli atti umani (peccato) dalla tentazione del Maligno che, essendo già giudicato da Dio e dannato per l’eternità, non ha più la possibilità di commettere delle colpe, ne  meriti,  in quanto già condannato. Dunque è chiaro che non si può dare la colpa al demonio per gli atti umani malvagi, di cui solo gli uomini sono responsabili se vi aderiscono liberamente. Il potere del Maligno o Diavolo esercitato sulla vita degli uomini non viene da se stesso (come credono coloro che praticano la magia o il culto satanico) ma viene dal peccato dell’uomo. Il perdono dei peccati da parte del Figlio di Dio sottrae l’uomo al potere delle tenebre, fin dal Sacramento del Battesimo e volendo in ogni momento della vita con la possibilità di accedere al Sacramento della Confessione. Sul male prevale dunque la misericordia di Dio  che è accessibile liberamente ad ogni uomo (Battesimo) e a ogni fedele (Confessione).

Chi nega, da cattolico, l’esistenza di ciò che la Chiesa Cattolica definisce per “diavolo” o “demonio”, Leggi tutto “Un diavolo per capello o un cappello per il diavolo?”

3/5 Dalla “teofobia del diavolo” alla demonologia cristologica

3kasper/ La prospettiva teologica del problema del male. Tre enunciati sul male.

L’autore con un primo enunciato di fondo delinea la risposta teologica sul problema del male:

“L’annuncio fondamentale del vangelo è che Gesù Cristo, Signore di ogni realtà, Signore sulla vita e sulla morte, su tutti i principati e potestà del male, si è mostrato una volta per tutte Dio, per cui nella fede noi abbiamo la certezza che alla fine Dio sarà  «tutto in ogni cosa». […] Tutto ciò che teologicamente può e dev’essere detto, in definitiva non è altro che l’esplicitazione di questo enunciato di fondo.”

Un secondo enunciato colloca la dottrina del male all’interno della dottrina della creazione:

“La fede nella creazione attesta quindi che tutto ciò che esiste, esiste soltanto per il fatto che Dio per amore e liberamente lo fa partecipare al proprio essere. Troviamo così enunciata una seconda affermazione sulla realtà del male: il male non possiede una propria realtà in senso vero, poiché ogni realtà è liberamente voluta da Dio, da Lui è chiamata all’esistenza e da Lui nell’esistenza viene conservata come una realtà fondamentalmente buona.”

Il male non è dunque altro che un nulla, è come un vuoto che non ha una consistenza ontologica reale. Il dualismo gnostico-manicheo che accanto al Dio del Bene  vede un principio Malvagio uguale e contrario e il monismo inteso come demonizzazione di Dio in quanto causa del male, sono incompatibili con il messaggio di salvezza. Leggi tutto “3/5 Dalla “teofobia del diavolo” alla demonologia cristologica”

Dalla “teofobia del diavolo” alla demonologia cristologica 2/5

2kasper/ Dimensioni filosofiche del problema del male.

Il Kasper afferma che «il primo approccio al problema del male […] passa attraverso l’esperienza. […] una realtà dell’esperienza umana». Evidentemente il problema del male è affrontato non solo dalla Bibbia e dalla Tradizione ecclesiastica, ma anche dalla letteratura, dalla filosofia, «e le moderne scienze umane (psicologia del profondo, sociologia, ricerche sul comportamento e soprattutto la parapsicologia)». Il problema che si pone è se l’enunciato sul diavolo costituisca una categoria interpretativa  dell’esperienza del male vincolante o come suggerisce l’autore se sia  «almeno utilizzabile».

Le scienze moderne ritengono di essere sostanzialmente in grado d’inquadrare, nell’ambito delle loro teorie ed ipotesi chiarificatrici, tutti i fenomeni connessi con il diavolo […] i filosofi cui abbiamo accennato (E. Bloch, L. Koladowski, P. Ricoeur) giungono a delle interpretazioni secondo le quali il diavolo sarebbe una specie di simbolo atto a significare una determinata struttura dell’essere o della libertà umana.

Presupposto che scienze moderne spiegano la fenomenologia e i filosofi ne danno una interpretazione simbolico-semantica generata dalla struttura dell’essere, il Kasper indica la riflessione sulla libertà come punto di partenza per superare il conflitto tra esperienza del male psico-fisico e il male morale che esiste solo dove c’è la libertà e quindi la responsabilità: Leggi tutto “Dalla “teofobia del diavolo” alla demonologia cristologica 2/5”

Dalla “teofobia del diavolo” alla demonologia cristologica 1/5

Osservazioni ermeneutiche e approfondimenti sulla demonologia

Il disagio teologico e pastorale difronte al tema del «demonio/i» che la Sacra Scrittura abbondantemente affronta nel Nuovo Testamento, si concentra principalmente sulla «natura personale del male»; da un lato, pur non negandone l’esistenza, si rifiuta l’uso del concetto di persona per definire il contenuto delle espressioni bibliche che connotano il male (diavolo, demonio, Satana, il menzognero, il forte, l’avversario, ecc.); dall’altro lato la personificazione del Male assume una rilevanza tale da attribuirgli un potere[1] illimitato nella  vita dell’uomo, un potere tale capace di contrapporlo al Sommo Bene palesando un dualismo manicheo.

Chiarire la questione non è di secondaria importanza perché, come abbiamo affermato precedentemente, la differenza di contenuto incide sull’interpretazione e sul modo di comprendere e trasmettere la fede, nella capacità di discernere il vissuto, nel nostro caso il vissuto dell’esperienza spirituale e mistica.

Se per ora usare il concetto di persona non ci permette di superare l’opposta polarità interpretativa, riteniamo necessario verificare se gli angeli siano creature o se appartengono esclusivamente alla forma linguistica-letteraria della Scrittura e della trasmissione della Fede; ci pare questo un punto chiave che condiziona radicalmente l’interpretazione dell’azione del Maligno nella vita spirituale dell’uomo.

Per esplicitarne le conseguenze ermeneutiche sceglieremo un metodo di con-fronto interpretativo che vedrà da un lato la posizione comunemente riscontrabile nell’approccio teologico contemporaneo rappresentata sinteticamente dal contributo teologico di Walter Kasper[2] e dall’altro l’approfondimento critico della nostra riflessione. La dialettica in teologia è utile per chiarire i concetti ed evidenziare eventuali errori di interpretazione e di metodo. Ritengo che il lavoro del Kasper sia di grande importanza e che resterà nel tempo, avendo sintetizzato la categorie teologiche che hanno caratterizzato la seconda metà del XX secolo e che hanno contribuito ad eliminare la demonologia nella formazione dei Seminari e nei corsi di Teologia, dalla Sacra Scrittura alla Morale, dalla Dogmatica alla Liturgia, dalla Spiritualità alla Pastorale. Leggi tutto “Dalla “teofobia del diavolo” alla demonologia cristologica 1/5”

Scienza e magia nel contesto della post-modernità/2

La magia come fonte del sapere attraverso l’indagine scientifica fenomenologica

Il rito magico diventa fonte del sapere da cui trarre conoscenze scientifiche scoprendone i meccanismi che manipolano la natura. Per chi è scienziato, la magia non esiste in quanto non è più mistero, è stata portata alla luce. Questa posizione è criticabile per due motivi: il primo è che la realtà non è data dal pensiero dominante della cultura ma esiste in quanto tale o non esiste perché non c’è, non perché non penso che esista. In oltre, pur ammettendo l’esistenza e studiando i fenomeni demoniaci, non aderisce alla interpretazione che ne dà il cattolicesimo fin dai tempi dei padri della chiesa,  dimostrando di conoscerne bene il pensiero per prenderne le distanze:

 “la nascita del cristianesimo pose nel modo più netto la magia sotto il segno della polemica confessionale: pagani e cristiani si scambiarono l’accusa di “arti magiche”, cioè di operazioni eccezionali conseguite con l’aiuto dei demoni. [ …] il cristianesimo vittorioso in espansione svolse largamente il tema del salmista secondo cui “tutti gli déi pagani sono demoni” e praticamente si avvalse del termine “magia” per gettare discredito su quanto avanzava e resisteva della religione (pagana) sconfitta. È tuttavia da osservare che, in generale, i padri della chiesa impugnarono la magia di “falsità” non già nel senso che le arti magiche fossero senza alcuna efficacia e si riducessero a pretese illusioni di maghi e stregoni, ma nel senso che maghi e stregoni producevano i loro effetti reali continuando ad evocare quei demoni che Cristo aveva definitivamente posto sotto la sua signoria. L’esercizio delle arti magiche valeva quindi come non riconoscimento del messaggio di salvezza di Cristo, come scelta di cacciare Satana mediante Satana e non mediante Dio, […]. I padri della chiesa […] dettero un vigoroso accento al carattere perverso, egoistico, tenebroso delle arti magiche,  all’assenza di scrupoli morali che caratterizza la stregoneria e che matura in vere e proprie azioni delittuose, al suo tentativo di sovvertire l’ordine naturale e sociale istituito da Dio e dalla sua legittima chiesa. […]  ovviamente questa coscienza polemica antimagica della letteratura cristiana non ci offre nessun criterio interpretativo valido […]”[1].

Il professor Paolo Rossi, sua amico ed estimatore, difende il legame proficuo tra magia e scienza esaltandone il frutto di una riforma del sapere umano che chiama “magia rinnovata”: Leggi tutto “Scienza e magia nel contesto della post-modernità/2”

Scienza e magia nel contesto della post-modernità/1

Il contesto attuale della post-modernità tra il primato della scienza e la perdita della fede

La diminuzione della autentica religiosità sfocia o entra in simbiosi con la scienza ideologizzata e allo stesso tempo si apre al mondo dell’esoterismo fino alla  ricerca di culti magici arcaici. La natura umana è considerata buona così com’è e i culti magici delle antiche popolazioni (anche se richiedevano l’invocazione dei demoni e sacrifici umani di adulti e bambini) interpretati nel loro contesto, sono considerati eticamente buoni dagli etnologi e dai filosofi dell’antropologia odierna.  Negando il peccato originale come chiave ermeneutica, l’uomo risulta buono in sé e non come professa la fede cattolica creato buono e tuttavia lontano da quello che dovrebbe essere a causa del peccato originale e del male che compie liberamente. Interpretare la natura umana senza la fede cattolica con un approccio scientifico che si basa unicamente sul dato empirico senza darne un significato etico o religioso, o avendone uno soggettivo non conforme alla rivelazione cattolica, può avere solo due sbocchi consequenziali: la scienziato ateo che osserva il fenomeno rifiuta categoricamente qualunque altro elemento che dia significato all’insieme dei dati, postulando, con una atto di fede naturale, un modello scientifico aprioristico che verrà smentito o avallato dalla  tecnica praticata in laboratorio; lo scienziato aperto alla dimensione religiosa dell’uomo, ma non di fede cattolica,  si interesserà di tutti quei fenomeni paranormali , alchemici e magici che richiedono un approccio scientifico metodologicamente rigoroso per scoprirne i meccanismi naturali. Diciamo subito che qui si intende il mondo esoterico e magico come una costellazione di fenomeni non ancora spiegabili dalla scienza, non legati necessariamente all’invocazione dei demoni ma identificati in un concetto di “magia naturale” da cui sono partiti molti scienziati che hanno fatto la storia della scienza moderna.

Scienza e magia

Per capire questo fenomeno culturale della post-modernità occorre non solo indagare il rapporto tra la scienza e la religione, come siamo abituati a fare mettendoli in contrapposizione o in dialogo, ma è indispensabile indagare il rapporto tra la scienza e la magia. Leggi tutto “Scienza e magia nel contesto della post-modernità/1”

Una rinnovata demonologia

Una rinnovata demonologia in prospettiva creaturale-simbolica

Considerazioni e approfondimenti

Il confronto dialettico post-conciliare, come testimonia il pensiero teologico del W.Kasper[1] ha evidenziato la negazione dell’esistenza creaturale del diavolo e di una possibile demonologia senza risolvere le aporie filosofiche e teologiche con una posizione che esclude la nostra prospettiva ermeneutica. Pur affermando la natura creaturale[2] degli angeli pervertiti riteniamo il nostro approccio, dal punto di vista metodologico e non contenutistico, capace di essere inclusivo rispetto all’ermeneutica linguistica proposta dal Kasper che preferisce l’approccio linguistico-simbolico per dimostrarne la non esistenza creaturale. Riteniamo infatti che l’analisi semantica del testo in prospettiva simbolica arricchisca il valore veritativo del contenuto che la forza del simbolo dischiude senza negarne l’esistenza creaturale. Ne proponiamo una applicazione a titolo di esempio riguardo al testo di Marco[3] e Luca[4] sull’indemoniato di Gerasa dove il geraseno è posseduto da uno spirito immondo che interrogato da Gesù dichiara di chiamarsi Legione. Il termine legione nel contesto storico evocava simbolicamente l’occupazione romana che gli ebrei subivano con presidio militare. Una delle aspettative di liberazione attese dal Messia. Un liberazione anche e soprattutto territoriale. La legione richiama esplicitamente un linguaggio militare, una tecnica di combattimento molto efficace e conosciuta all’epoca romana. Una breve descrizione tecnica ci aiuterà a comprendere la forza simbolica della Legione. Leggi tutto “Una rinnovata demonologia”